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Libero Liberati: il Cavaliere d'Acciaio delle moto

Una vita su due ruote per il centauro di Terni (Umbria del Sud), campione del mondo di Motociclismo classe 500 nel 1957 e tragicamente scomparso in un incidente sulla Bassa Valnerina nel 1962

Libero Liberati, chiamato il Ternano Volante e il Cavaliere d'Acciaio, nacque a Terni nel 1926 e, da autista presso le acciaierie cittadine, si trasformò in un motociclista che movimentò, e vinse, molte competizioni motoristiche in classe 500 (l'odierna MotoGP, ndr) a partire dalla fine degli anni Quaranta. Campione Italiano nel 1955 e 1956, si aggiudicò il Campionato Mondiale di Motociclismo del 1957 lasciando un ricordo indelebile in tutti i ternani che gli hanno dedicato un monumento collocato davanti allo stadio cittadino che porta anch'esso il suo nome. E altre installazioni al Cimitero Comunale, ai Campacci di Marmore (nei pressi del Belvedere superiore dell'omonima Cascata) e presso la curva della bassa Valnerina, a Cervara (Terni), dove purtroppo trovò la morte.

Una moto Guzzi... regalata

Liberati iniziò la carriera motoristica in sella a una Guzzi. Era il 1947 e i suoi numerosi successi indussero i ternani a fare una sottoscrizione per regalargli una moto tutta sua, naturalmente una Guzzi, modello Dondolino. Fino al 1950 si aggiudicò diverse vittorie in gare italiane, tanti piazzamenti e debuttò nel Mondiale, poi passò alla guida di una Gilera con la quale divenne campione italiano per due anni di seguito e riuscì a conquistare il titolo di campione del mondo.
Titolo celebrato in casa, peraltro, vincendo, il primo settembre del 1957, il Gran Premio motociclistico delle Nazioni sul circuito dell'Autodromo di Monza, ultima gara della stagione. 

Gli ultimi anni

Dopo il ritiro della Gilera dalle competizioni, insieme ad altri marchi italiani, subito dopo la fine di quel vittorioso campionato mondiale, Liberati si trovò senza scuderia e la fine degli anni Cinquanta non lo vide mai brillare. Quando nel 1962 la casa di Arcore tornò alle gare, il campione ternano fu subito ingaggiato ma durante una corsa di allenamento sulla strada della Valnerina si schiantò contro una parete rocciosa. Per lui non ci fu più nulla da fare. Era il 5 marzo 1962.

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