Enogastronomia

Piano piano torna lo zafferano a Cascia

Breve storia della coltivazione dello zafferano nell'Alta Valnerina (Umbria, Perugia): cercatissimo fino al XIV secolo e praticamente sparito nel XVI secolo, oggi la sua coltivazione è più viva che mai

Lo dovevano portare per dote le novizie quando entravano nel monastero di Cascia (Alta Valnerina, Perugia): secoli fa lo zafferano era così rinomato, e prezioso, in Umbria, da essere usato come moneta. Lo sapevano le maggiorenti dei conventi al punto che avevano organizzato una serie di coltivazioni importanti, tra le più importanti d'Italia: le pene riservate a chi le distruggeva erano davvero severe, segno dell'importanza sociale ed economiche che rivestivano.

Nel 1500 lo zafferano sparì: nessuno che sia riuscito a capire il perché, al di là di qualche ipotesi suggestiva. Ora a Cascia, che ha un humus adatto, la coltivazione è ripresa prima timidamente poi con prorompente vitalità, coinvolgendo nella nuova azione imprenditoriale anche i comuni vicini come Sant'Anatolia di Narco, Cerreto di Spoleto, Norcia, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo e Preci.

Ora da Cascia si spande anche una sorta di ricettario, di utilizzazione dello zafferano che ha nel "matrimonio" col riso la sua punta più elevata ma che può dispiegarsi in decine di nuove applicazioni. Da questa esperienza, nuova ed antica all'insieme, sono nati anche movimenti economici che stanno crescendo in maniera esponenziale. La speranza è che si torni ai fasti del Trecento, quando lo zafferano era una delle spezie più ricercate e care del mondo conosciuto. A Cascia ci stanno lavorando alacremente

Inoltre nella città di san Benedetto e santa Rita si tiene, generalmente nell'ultimo weekend di ottobre/primo di novembre, la Mostra Mercato dello Zafferano, che nel 2016 giungerà alla sedicesima edizione.

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