I Ciarlatani? Venivano tutti da Cerreto di Spoleto (PG), dalla Valnerina
Il termine "Ciarlatano" affonda le sue origini nella storia e nella tradizione della nostra Valle. A Cerreto di Spoleto si trova il Museo dedicato alla riscoperta di quelle antiche figure che, con la loro sapienza e le loro arti, si resero note fino a lasciare un'impronta indelebile...e non solo nella lingua italiana
Che il comune della Valnerina, Cerreto di Spoleto, abbia fornito alla lingua italiana la parola ciarlatano non è cosa risaputa. Anche nel vocabolario della Crusca del 1612 gli abitanti di Cerreto di Spoleto venivano descritti come "Coloro che per le piazze spacciano unguenti, o altre medicine, cavano i denti o fanno giochi di mano che oggi più comunemente dicesi Ciarlatani...da Cerreto, paese dell`Umbria da cui soleva in antico venir siffatta gente, la quale con varie finzioni andava facendo denaro". L’associazione di questo termine agli abitanti di Cerreto di Spoleto è attestata in lingua italiana fin dai primi anni del Cinquecento ed ha conosciuto una tale fortuna da migrare in tutta Europa. Poteva essere quasi un’offesa per gli abitanti della Valle, ma ormai sono passati i secoli e si è cercato di far diventare quella leggenda una opportunità. Ecco, allora, il Museo del Ciarlatano, "antenna dell’Ecomuseo della Dorsale Appenninica Umbra, istituito e progettato dal Cedrav, trova la sua sede a Cerreto di Spoleto, nel Complesso di San Nicola, un ex insediamento monastico agostiniano, di origine romanica, recentemente restaurato. Il Museo del Ciarlatano si propone di illustrare la figura del ciarlatano e di documentare le manifestazioni del teatro popolare e degli spettacoli di strada, con rielaborazioni e riproposizioni".