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Paolo Pileri, da campione del mondo a geniale team manager

Paolo Pileri, nato a Terni nel 1944, aveva vissuto la sua infanzia ammirando il Ternano Volante capace di vincere un mondiale e due campionati italiani in sella alla sua Gilera 500. Logico, dunque che anche lui volesse mettersi alla prova alla guida di una due ruote. Dopo inizi non facili, eccolo dunque aggiudicarsi il Mondiale della classe 125 e poi, al termine della carriera agonistica trasformarsi in un team manager "dall'occhio lungo" capace di mettere in pista piloti che sarebbero divenuti campioni.

La reticenza del padre e la vittoria del Mondiale

Il padre di Paolo, dopo la drammatica fine di Liberati, si impegnò con tutti i mezzi per impedire al figlio di intraprendere la carriera di pilota e la prima volta che il giovane poté scendere in pista, su una Aermacchi 125, aveva ormai compiuto 25 anni. Le soddisfazioni non mancarono, ma il fatto che Pileri corresse da privato ostacolò la sua corsa verso il successo. Dopo quattro anni di gare e dopo essere riuscito, nonostante tutto, a mettersi in luce anche nel Mondiale, finalmente Pileri ottenne un ingaggio ufficiale con la Morbidelli.

Nel 1975 si aggiudicò il titolo mondiale 125 e l'anno seguente il secondo posto, ma il passaggio alle 250 fu scarno di soddisfazioni e lo indusse al ritiro. Nel 1987, divenuto team manager assoldò un Capirossi capace di vincere due mondiali e, intuendo le grandi capacità di un giovanissimo Valentino Rossi, gli affidò una moto ufficiale.

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