Arte, cultura e tradizioni

Una Villa a Papigno incontra Leonardo Da Vinci

Nessuno, ci si potrebbe scommettere, ha mai visto Papigno sotto un aspetto che non fosse stato quello dell’industria, meglio ancora dell’archeologia industriale: troppo connesso, sino ad un paio di decenni, con lo stabilimento della Società Terni, coi suoi tetti neri dal carbone sprigionato dalla fabbrica.

E chi poteva davvero pensare che addirittura il grande Leonardo da Vinci, nella seconda metà del Quattrocento, l’avesse riprodotto in un disegno, che poi si era "seppellito” nel Gabinetto "Disegni e Stampe" degli Uffizi a Firenze, durante le sue "vacanze di lavoro” in Umbria. E poi, dove era salito il Grande fiorentino per la sua visione d’insieme del borgo, che era, ed ancora è, l’accesso alla Valnerina? La risposta sembra immediata: il terrazzo di Villa Castelli!

No, non sembrano esservi dubbi in proposito al punto che proprio la villa sarà aperta nelle Giornate Fai di Primavera (25 e 26 marzo 2017), perché essa stessa è davvero una delle bellezze sconosciute dell’Italia. Villa Castelli deve indubbiamente ringraziare il dipinto e lo studio dello storico dell'arte Luca Tomìo (la cui scoperta ha visto anche l'appoggio di Vittorio Sgarbi): il fatto che potesse essere un luogo di vacanza, di prospettiva, di salubrità le ridà slancio e visibilità, ad essa ed al suo parco, bellissimo.

Il disegno ha anche aperto nuove prospettive della zona ma anche della storiografia del Maestro, della sua curiosità, della sua poliedricità, del suo muoversi incessantemente per l’Italia. Beh, la Papigno medievale è davvero affascinante, con qualche segno ancora visibile ma diversamente disposta, all’epoca con funzioni di "guardia” alla strada che saliva verso l’Appennino. Poi l’industria, la manomissione violenta del territorio sull’onda di un facile benessere per tutti. Una violenza che colpì anche Villa Castelli, già punto di riferimento per teste coronate e viaggiatori illustri che si avventuravano nell’Italia del Grand Tour.

Ma Papigno e i suoi estimatori, all’indomani della presenza industriale, vogliono riscoprire l’anima del Borgo, puntigliosamente, di tutto quello che è il passato. Il ritrovamento nel Fondo dei Medici fiorentini del dipinto leonardesco ha dato più forza ancora a chi vuole far ricordare Papigno, come uno delle bellezze dell’Italia e non solo come il "borgo dai tetti neri” ed anche far ricordare Villa Castelli come punto d’arrivo di un percorso turistico culturale importante ed inaspettato.

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