Arte, cultura e tradizioni

Il Museo della Canapa di Sant'Anatolia di Narco

Una delle coltivazioni più caratteristiche e diffuse della Valnerina (Umbria), fino alla prima metà del Novecento, era quella della canapa, impiegata per cordami e per la lavorazione tessile di biancheria e corredi ad uso domestico. In questo museo si possono ammirare oggetti e collezioni tessili

Il primo impatto può dar luogo a sentimenti di sorpresa: il Museo della Canapa, inaugurato nel 2008, nel cinquecentesco palazzo comunale di Sant'Anatolia di Narco (Perugia, Umbria) è un vero tributo alle tradizioni di quella parte dell'Italia, la Valnerina, luogo di coltivazione della canapa con la quale si realizzava, prima di un uso improprio, cordame di grandissima resistenza. Tanto per dire le gomene delle navi, ora in plastica, avevano questa origine naturale.

Ma la canapa serviva anche per la realizzazione dei corredi, per la biancheria necessaria alla casa, insomma un'attività a ciclo completo che il museo del paese della Valnerina testimonia appieno. Tra l'altro molti indicatori parlano di una riscoperta in senso industriale proprio della canapa, parte della storia italiana, ed in quel caso le strutture conoscitive e didattiche di Sant'Anatolia di Narco potrebbero essere davvero propedeutiche.

Perché proprio un paesino dell'Appennino? È solo un simbolo, ovviamente, il Museo della Canapa avrebbe potuto essere costruito in qualsiasi parte della Valnerina, dove la tessitura di questa fibra, sino alla metà del secolo scorso, era una integrazione ai lavori agricoli. Si tesseva di sera, durante i giorni piovosi, nell'autunno, soprattutto dalle donne meglio ancore se giovanette. Nel Museo v'è anche un laboratorio di tessitura, con diverse tipologie di telai manuali moderni, coi quali sperimentare come si passa da una semplice pianta ad un groviglio di fili ed, infine, ad un tessuto.


Nella foto: uno scorcio del borgo di Sant'Anatolia di Narco (Perugia, Valnerina, Umbria). Da santanatoliadinarco.eu.

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